H2ROAD - via Cornigliano

Localization: Genova
Year: 2016
Architects: Francesco Colarossi, Luisa Saracino, Paolo Colarossi, Massimiliano Foffo, Rosa Maria Faralli, Alessandro Lungo

Concorso Internazionale per la RIQUALIFICAZIONE DI VIA CORNIGLIANO a GENOVA

Genova, via Cornigliano, fine estate 2016.

E’ una di quelle giornate torride che si ripetono sempre più spesso e che preludono a inverni sempre più piovosi. Il turista accaldato vuole raggiungere un ristorantino che promette cucina tipica genovese. Chiede informazioni: “Semplice. Segua la pista ciclabile – risponde cortese il passante – fino a giungere ad una piazza pavimentata con grandi esagoni e una serie di specchi d’acqua al centro. Oggi è domenica e non ci sono macchine in quella parte della via. Il ristorante che cerca è proprio sotto a una grande magnolia sulla destra”. Il turista ringrazia, poi scruta il cielo e chiede dubbioso: “minaccia di piovere?” “Magari! – risponde il passante – almeno farebbe meno caldo! E poi ormai a Genova abbiamo imparato a sfruttare la pioggia a nostro vantaggio. Tutte le strade sono diventate come dei grandi canali che raccolgono e conservano l’acqua piovana”.

Dialogo immaginario, naturalmente, ma indicativo di come l’urbanistica delle metropoli dei prossimi decenni potrà trasformarsi per sfruttare i cambiamenti climatici a proprio vantaggio e per sensibilizzare la popolazione alle problematiche legate a questi temi. L’adattamento al nuovo clima che abbiamo già iniziato ad assaggiare è infatti una sfida che si deve combattere innanzitutto nelle aree urbane. Le città ospitano più della metà della popolazione mondiale, consumano due terzi dell’energia e producono oltre il 70% delle emissioni di CO2. Ma il dato più significativo è che oltre l’80% del territorio urbano è coperto da superfici impermeabili all’acqua. Non è un segreto che le piogge si concentrano sempre più spesso dando origine a fenomeni atmosferici estremi come tempeste, alluvioni, ondate di calore e lunghe fasi di siccità.

L’Italia in generale e Genova in particolare hanno recentemente subito gravi danni a causa di un inadeguato approccio al problema.

Le città dovranno essere in grado di gestire meglio le grandi quantità di pioggia che si concentrano nell’arco di pochissimo tempo. Questo pone dei limiti all’approccio tradizionale di far entrare l’acqua al più presto nel sistema di fognatura, che non è in grado di smaltirlo. Devono invece crescere le capacità di trattenere l’acqua nelle città, all’interno di infrastrutture apposite, in modo da lasciarle defluire più lentamente nei periodi di grandi piogge o di conservarle nei periodi di siccità.

Esistono già soluzioni infrastrutturali di questo genere: bacini di laminazione, canali e fossati di scolo, ma anche soluzioni di co-uso, come per esempio piazze pubbliche e parcheggi utilizzati come aree di raccolta. A Rotterdam è in costruzione la “Benthemsquarein”, una piazza posta sotto il livello stradale, concepita come un anfiteatro: in condizioni normali può essere vissuta come luogo pubblico, ma in caso di alluvioni si trasforma in un gigantesco bacino di raccolta per l’acqua in eccesso.

Nel caso di Genova e più in particolare di via Cornigliano il territorio è scosceso, fatta eccezione per la zona pianeggiante adiacente alla costa, ampliata verso mare tramite i riempimenti effettuati tra gli anni trenta e l'immediato dopoguerra. Cornigliano per la restante parte è quindi formata da colline e vallette. Quattro crinali principali degradano verso il mare pressoché perpendicolarmente alla costa da un'altitudine massima di circa 180 metri, raggiunta nei pressi di villa Aplanati-Morsello, punto più alto della delegazione. Questo dato morfologico sottolinea come le acque meteoriche, una volta raggiunte le superfici impermeabili dei manti di asfalto delle strade, tendano a scivolare verso la linea di costa, secondo delle linee perpendicolari tracciate dal reticolo stradale. Via Cornigliano si imposta trasversalmente a questa corrente e nella nostra proposta di progetto assume la funzione di canale di raccolta delle acque che il sistema delle fognature non è in grado di smaltire.

Al di sotto della nuova organizzazione architettonica e spaziale della via si imposta, lungo tutta la sua lunghezza, un canale di raccolta delle acque piovane delle dimensioni di 1.75 per 1.75 per circa 900 metri. Il collettore alimenta tre “vasche di compensazione” ricavate dai volumi interrati dei sottopassi pedonali. Infatti il depotenziamento dell’asse viario di via Cornigliano (grazie alla realizzazione della nuova Strada di Scorrimento a mare) permette la riduzione delle carreggiate da 5 a 2 corsie; la presenza dei sottopassi diventa quindi inutile e se ne propone il riuso e la trasformazione in vasche di raccolta della acque meteoriche.

La nuova infrastruttura si imposta al centro dell’asse viario attuale, dove non sono presenti interferenze quali fognature, acquedotti, linee elettriche, telefoniche e gasdotti; sfrutta i volumi già esistenti dei sottopassi che, opportunamente impermeabilizzati, diventano delle vasche di contenimento nei periodi di piogge intense, durante i quali rilasciano gradualmente le acque nel sistema fognario, e assumono la funzione di raccolta e riserva d’acqua nei periodi di siccità. Ad una prima stima, un tale impianto potrebbe assicurare il contenimento e la raccolta di circa 3.000 mc di acqua.

Sfruttare le strade urbane ed extraurbane come canali di raccolta delle acque non è una novità: già i Romani di età repubblicana usavano le strade pavimentate come canali di scolo: all’interno delle città (come Pompei o Alba Fucens) le vie erano impostate a una quota di oltre mezzo metro inferiore rispetto ai marciapiedi e per attraversale venivano posti al centro della carreggiata 3 o più grandi massi di forma rettangolare per permettere al pedone di camminare al di sopra della strada allagata (le nostre odierne strisce pedonali). Mentre lungo le strade extraurbane come ad esempio la via Aurelia e proprio nei pressi di Spotorno al centro della carreggiata veniva ricavato un canale di scolo delle acque